GlossarioLegale

Assoluzione

Cos'è e cosa significa?

Descrizione del termine giuridico Assoluzione:

L’assoluzione è una pronuncia giudiziaria attraverso cui si dichiara che un imputato non è colpevole del reato contestato. Nell’ordinamento giuridico italiano, questa decisione viene presa dal giudice o dalla giuria al termine di un processo penale, dopo aver esaminato le prove e ascoltato le argomentazioni delle parti. Il codice di procedura penale italiano prevede diverse formule di assoluzione, in corrispondenza alle differenti situazioni che possono emergere durante il processo.

La formula “l’imputato non ha commesso il fatto” viene utilizzata quando si ritiene che l’evento criminoso non sia avvenuto oppure non sia attribuibile all’imputato. In altri casi, può essere dichiarata la formula “il fatto non costituisce reato”, qualora l’azione posta in essere dall’imputato non sia riconducibile a nessuna delle figure delittuose previste dal codice penale. Altre volte si può pronunciare una assoluzione perché “il fatto non sussiste” o perché “non vi è prova che l’imputato lo abbia commesso”, evidenziando una mancanza di evidenze sufficienti a supportare la tesi dell’accusa.

L’assoluzione posso anche essere dichiarata perché “il fatto non è previsto dalla legge come reato”, indicando così che la condotta non è penalmente rilevante, o per l’avverarsi di una causa di giustificazione, come la legittima difesa, che esclude la punibilità del fatto nonostante questo sussista in termini materiali. Un’altra eventualità di assoluzione è legata all’applicazione di una causa di non punibilità, come l’adempimento di un dovere o l’esercizio di un diritto.

L’assoluzione può essere definitiva o meno: è definitiva quando passa in giudicato, ovvero quando non è più possibile impugnarla. Fino a che una sentenza di assoluzione non diviene definitiva, può essere soggetta a rivisitazione attraverso i vari gradi di giudizio previsti dall’ordinamento giuridico italiano.

È importante ricordare che l’assoluzione non sempre corrisponde ad una certezza sulla totale estraneità dell’imputato rispetto al fatto. Ci possono essere casi in cui residuano dubbi, ma dove non si raggiunge quel livello di certezza necessario a giustificare una condanna. Pertanto, spesso si fa riferimento al principio “in dubio pro reo”, secondo il quale in presenza di dubbio si deve risolvere a favore dell’imputato.

Contesto giuridico in cui il termine Assoluzione può essere utilizzato:

In un celebre caso di cronaca italiana, un individuo è stato accusato di omicidio e durante il processo il suo avvocato ha portato avanti una strenua difesa, sostenendo l’alibi dell’imputato e presentando testimonianze a suo favore. Dopo una lunga serie di udienze e l’analisi del materiale probatorio, il giudice ha pronunciato una sentenza di assoluzione con la formula “non vi è prova che l’imputato lo abbia commesso”. Questo significa che non sono state trovate prove sufficienti a dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio che fosse stato l’imputato a commettere l’omicidio.

In un altro caso, una persona è stata portata a processo con l’accusa di furto, ma nel corso del dibattimento è emerso che in realtà l’azione contestata era stata compiuta in stato di necessità, condizione che esclude la punibilità. Di conseguenza, è stata pronunciata una sentenza di assoluzione sulla base della formula “il fatto non è punibile in quanto l’imputato ha agito in stato di necessità”.

L’assoluzione è dunque un istituto fondamentale che riveste un ruolo critico nel sostenere i principi di giustizia e equità del sistema penale italiano. Garantisce che nessuna persona possa essere condannata senza prove convincenti della sua colpevolezza, proteggendo così i diritti individuali e la presunzione di innocenza, pilastri del diritto penale moderno.

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