Descrizione del termine giuridico Eccesso di potere:
L’eccesso di potere è un concetto giuridico ampiamente utilizzato nel diritto amministrativo italiano per descrivere un’azione da parte di un’autorità pubblica che va oltre i limiti legali e le competenze assegnate a quella particolare autorità. Tradizionalmente si riferisce alla violazione dei limiti di legge da parte della pubblica amministrazione durante l’esercizio delle proprie funzioni. Fondamentale è la distinzione tra la competenza – ovvero il diritto e il dovere di agire – e il potere, che rappresenta la capacità di adottare determinati atti giuridici.
Uno degli aspetti centrali è la violazione dei principi dell’azione amministrativa, tra cui la competenza, la finalità, la forma, la motivazione e la proporzionalità. Eccesso di potere si verifica quando una pubblica amministrazione agisce al di fuori dei limiti stabiliti dalla legge, quando viene perseguita una finalità diversa da quella prevista dalla norma che conferisce il potere, quando viene violata una procedura essenziale, quando la motivazione dell’atto è insufficiente o incongruente, o quando è sproporzionato rispetto all’obiettivo da raggiungere.
È anche importante sottolineare che l’eccesso di potere può manifestarsi sia per azione che per omissione. L’abuso può avvenire tramite un atto amministrativo che applica erroneamente il diritto, o tramite il mancato intervento dove sarebbe stata necessaria una determinata azione amministrativa.
Nel caso di eccesso di potere, come nel caso di tutti gli atti amministrativi illegittimi, il rimedio primario è l’annullamento dell’atto. I cittadini o le entità lese possono presentare ricorso al tribunale amministrativo regionale (TAR) avverso l’atto amministrativo, chiedendone l’annullamento per eccesso di potere. Se il TAR conferma la presenza di un tale abuso, l’atto viene annullato e l’amministrazione potrebbe essere tenuta al risarcimento dei danni causati.
Contesto giuridico in cui il termine Eccesso di potere può essere utilizzato:
Un esempio classico di eccesso di potere si può riscontrare in una situazione in cui un sindaco di una piccola città decide unilateralmente di destinare un’area verde comunale alla costruzione di un nuovo centro commerciale, senza seguire il corretto iter procedurale, senza adeguata motivazione e in presenza di un piano regolatore che designa quell’area esclusivamente come zona a verde pubblico. I cittadini, contrari a tale decisione, possono impugnare l’atto del sindaco dinanzi al TAR, sostenendo che la decisione sia stata presa in eccesso di potere, in quanto il sindaco ha operato al di fuori delle sue competenze legali, perseguito una finalità impropria e senza attenersi alle procedure legalmente richieste.
Un altro esempio potrebbe essere la revoca di una concessione edilizia da parte dell’amministrazione comunale, dopo che il cittadino ha già intrapreso consistenti lavori di costruzione. Se la revoca non è giustificata da valide motivazioni legali e appare arbitraria o punitiva, il cittadino potrebbe impugnare la revoca per eccesso di potere. In tal caso, il tribunale deve valutare se l’amministrazione ha agito al di là delle sue attribuzioni e senza il rispetto delle norme e dei principi che regolano l’esercizio del potere amministrativo.
Questo concetto è fondamentale nella tutela dei cittadini contro l’arbitrarietà della Pubblica Amministrazione, costituendo un baluardo essenziale nei confronti delle possibili derive autoritarie e/o ingiuste da parte di chi detiene il potere decisionale. Rappresenta una garanzia indispensabile nel sistema giuridico italiano, affinché ogni atto amministrativo sia sottoposto a controllo e risponda sempre a criteri di legalità, imparzialità e buona amministrazione.