GlossarioLegale

Fallimento

Cos'è e cosa significa?

Descrizione del termine giuridico Fallimento:

Il termine “fallimento” in Italia si riferisce a una procedura di diritto commerciale, disciplinata dalla legge fallimentare, che ha lo scopo di gestire la crisi di un’impresa non più in grado di soddisfare le proprie obbligazioni finanziarie. L’istituto del fallimento riguarda quella situazione in cui l’imprenditore, sia persona fisica sia società, si trova in uno stato di insolvenza e non è più in grado di pagare i propri debiti.

La procedura di fallimento si inizia con una sentenza dichiarativa del tribunale competente, che accerta lo stato di insolvenza del debitore e dispone l’apertura del fallimento. Una volta dichiarato il fallimento, viene nominato un curatore fallimentare, il quale ha il compito di amministrare i beni del fallito, di liquidare l’attivo e di ripartire il ricavato tra i creditori secondo le disposizioni di legge.

Il procedimento di fallimento si articola in diverse fasi, che vanno dalla dichiarazione di fallimento alla liquidazione dell’attivo, fino alla distribuzione ai creditori e alla eventuale chiusura del procedimento. Nel corso del fallimento, tutte le azioni esecutive individuali nei confronti del debitore fallito sono sospese e si procede alla liquidazione concorsuale dell’attivo.

La legge fallimentare prevede anche la possibilità del concordato preventivo, una procedura alternativa al fallimento che consente all’imprenditore in stato di crisi di proporre ai propri creditori un piano di risanamento finanziario per evitare la liquidazione forzata e proseguire l’attività aziendale.

Il fallimento è una procedura di rilevante importanza sia per l’economia che per la società, in quanto consente di gestire il patrimonio dell’impresa in modo ordinato e di tutelare gli interessi dei creditori, cercando al contempo di salvaguardare, ove possibile, la continuità aziendale e i livelli occupazionali.

Contesto giuridico in cui il termine Fallimento può essere utilizzato:

Un esempio di fallimento può riguardare una storica azienda manifatturiera del settore tessile che, a seguito di un prolungato periodo di crisi economica e decremento delle vendite, si trova nell’impossibilità di far fronte ai pagamenti dei fornitori e dei finanziatori. Di fronte all’accumulo di debiti e alla carenza di liquidità, l’azienda si vede costretta a dichiarare la propria insolvenza. Il tribunale competente, ricevuta la richiesta di fallimento, procede alla valutazione della situazione patrimoniale dell’impresa e accerta l’insolvibilità della stessa, dichiarando il fallimento. Il curatore fallimentare nominato dal tribunale si occuperà di procedere alla liquidazione dell’attivo dell’impresa e alla vendita delle sue proprietà, allo scopo di soddisfare, almeno in parte, le richieste dei creditori.

Un altro esempio può essere quello di un’impresa edilizia che subisce pesanti perdite economiche a causa di un crollo immobiliare. L’impresa ha contratto numerosi finanziamenti per lo sviluppo di progetti ambiziosi che però non si sono tradotti in vendite effettive. Di conseguenza, l’azienda si trova in uno stato di insolvenza e viene dichiarata in fallimento. Il processo vedrà l’intervento del curatore che provvederà alla vendita delle proprietà immobiliari dell’impresa, al pagamento dei creditori privilegiati e, qualora sussistano ulteriori fondi, al soddisfacimento proporzionale anche dei creditori chirografari.

Come emerge da questi esempi, il fallimento svolge una funzione cruciale all’interno dell’ordine economico e giuridico italiano, rappresentando uno strumento indispensabile per la risoluzione di situazioni di crisi aziendale che, altrimenti, potrebbero causare danni economici ancora più estesi, compromettendo la fiducia del mercato e dell’intero tessuto economico.

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