GlossarioLegale

Giustificazione

Cos'è e cosa significa?

Descrizione del termine giuridico Giustificazione:

La giustificazione nell’ordinamento giuridico italiano può assumere diversi significati a seconda del contesto in cui si trova, ma in generale rappresenta l’atto di fornire una base legittima o una spiegazione per un comportamento o un’azione. Nel diritto penale, ad esempio, la giustificazione può riferirsi a un motivo lecito che esclude l’antigiuridicità di un fatto normalmente considerato reato. Queste ragioni possono includere la legittima difesa, lo stato di necessità e l’esercizio di un diritto. Quando un individuo agisce in stato di legittima difesa, si presume che non ci sia reato, poiché l’azione è giustificata dalla necessità di proteggere la propria incolumità o quella altrui da un’aggressione ingiusta.

Nel contesto civile, invece, la giustificazione si può riferire alla necessità di dimostrare la legittimità di un atto o di un’affermazione, come nel caso della giustificazione di assenza in campo lavorativo o scolastico. Qui c’è la necessità per il lavoratore o lo studente di presentare una spiegazione o una prova che giustifichi il mancato adempimento di un obbligo, come può essere la presenza sul posto di lavoro o a scuola.

In termini procedurali, la giustificazione può anche indicare l’insieme delle attività volte a dimostrare la veridicità di un fatto o la legittimità di un diritto o di un interesse in corso di giudizio. Qui diviene essenziale per le parti in causa, poiché da una buona giustificazione può dipendere l’esito favorevole o sfavorevole di un processo. L’obiettivo è fornire al giudice sufficienti elementi per poter emettere una decisione informata.

La giustificazione assume quindi un ruolo cardinale nell’ambito del diritto, essendo essa strumento attraverso il quale si può attestare la conformità di un comportamento alle norme vigenti, sia nel diritto sostanziale sia in quello processuale.

Contesto giuridico in cui il termine Giustificazione può essere utilizzato:

Prendiamo il caso di un imputato accusato di lesioni personali. Durante il processo penale, la difesa presenta come strategia principale la giustificazione basata sulla legittima difesa. L’imputato era stato aggredito da una persona armata di un coltello e, nel corso della colluttazione, ha inflitto all’aggressore una ferita. La difesa sostiene che l’imputato ha agito per difendersi dall’attacco immotivato e che, dunque, la sua azione rientra nell’ambito della legittima difesa, escludendo così l’antigiuridicità del fatto. La corte deve valutare la proporzione tra l’azione aggressiva sofferta e la reazione dell’imputato, nonché verificare l’effettiva pericolosità della situazione per giustificare l’incidente come un caso di legittima difesa.

In un secondo esempio, si consideri un lavoratore che non si è presentato al lavoro per una settimana senza avvisare preventivamente il datore di lavoro. Successivamente, si scopre che il lavoratore era affetto da una grave influenza confermata da certificazione medica. In questa situazione, la giustificazione per l’assenza dal lavoro sarà rappresentata dallo stato di malattia del dipendente, attestato dalla documentazione sanitaria. Di fronte a una prova di tale natura, in genere, si ritiene giustificata l’assenza dal lavoro e non si possono adottare misure disciplinari nei confronti del lavoratore, fatta salva la necessità per il dipendente di comunicare tempestivamente la propria indisposizione secondo le modalità previste dal contratto di lavoro o dalla legge.

La comprensione e il corretto utilizzo della giustificazione sono fondamentali per la corretta applicazione della legge e per garantire la tutela dei diritti di ogni individuo all’interno della società. Essa rappresenta una pietra miliare del sistema giuridico, fornendo strumenti essenziali per la risoluzione di controversie e per la determinazione della responsabilità legale in una vasta gamma di situazioni.

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