Descrizione del termine giuridico Negligenza:
Negligenza nel diritto italiano è riconosciuta come un comportamento imprudente o imperito da parte di un individuo che, mancando di agire con la diligenza richiesta dalle circostanze, da una norma o dall’ordinario scrupolo professionale, causa un danno a un altro soggetto. Essa costituisce una delle figure di colpa, accanto all’imprudenza e all’imperizia, e si manifesta attraverso un’omissione involontaria di attenzione o di precauzione, violando un dovere di cura che si è tenuti ad osservare.
La negligenza può dunque essere identificata come una mancanza di quella attenzione o cura che una situazione specifica richiede, ed è valutata secondo il cosiddetto “bonus pater familias”, ovvero il comportamento di una persona di buon senso e diligente. È importante precisare che la negligenza assume rilevanza giuridica solo quando tale comportamento causa effettivamente un danno.
In Italia, il concetto di negligenza si applica in vari rami del diritto. Nel diritto penale, la negligenza è causa di reati colposi, dove l’evento dannoso non è voluto dal soggetto ma è conseguenza dell’inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline. In ambito civile, invece, essa può dare luogo a responsabilità civile per il risarcimento di danni.
La valutazione della negligenza è spesso affidata al giudice che, nel caso specifico, opererà una comparazione tra il comportamento che è stato tenuto e quello che una persona media, posta nelle stesse circostanze, avrebbe ragionevolmente adottato. Ciò comporta una forte componente soggettiva nella valutazione dei casi di negligenza.
Dal punto di vista del diritto assicurativo, la negligenza può influire sulla copertura assicurativa, potendo portare, in casi estremi, all’esclusione del risarcimento se essa fosse contraria alle clausole della polizza sottoscritta.
Contesto giuridico in cui il termine Negligenza può essere utilizzato:
Un esempio di negligenza in ambito medico potrebbe essere il caso di un chirurgo che dimentica una garza all’interno dell’addome di un paziente dopo un intervento. Tale comportamento costituisce una violazione dei protocolli medici che, per principio etico e professionale, richiedono al medico di effettuare un preciso conteggio delle garze e degli strumenti utilizzati durante l’operazione. Se al termine dell’intervento, il chirurgo non verifica accuratamente che tutto il materiale sia stato rimosso, questo può comportare delle gravi conseguenze per la salute del paziente, potendo configurare una ipotesi di negligenza medica. In tale situazione, il paziente potrebbe subire un danno e avrebbe il diritto di chiedere un risarcimento per la negligenza dimostrata dal professionista.
Un altro esempio potrebbe essere rappresentato dall’incidente stradale causato da un automobilista che ha omesso di rispettare il segnale di stop. Se l’investigazione riporta che il conducente era distratto, magari utilizzando il telefonino al momento dell’attraversamento dell’incrocio, tale comportamento può essere classificato come negligenza. In questo contesto, il guidatore è tenuto a risarcire i danni fisici e materiali provocati alla controparte. Il suo atteggiamento negligente non solo ha posto in pericolo la sicurezza altrui, ma ha anche provocato un evento dannoso che avrebbe potuto essere facilmente evitato se avesse prestato la dovuta attenzione al traffico e al segnale stradale.
Il concetto di negligenza occupa quindi una posizione di rilievo all’interno del sistema giuridico italiano, sottolineando l’importanza del rispetto di doveri e precauzioni che ogni individuo ha verso gli altri membri della società. Il riconoscimento della negligenza e la sua punizione sono fondamentali per garantire la tutela dei diritti e l’ordine pubblico, nonché per promuovere una cultura di responsabilità e diligenza nei vari campi dell’agire umano.