Descrizione del termine giuridico Omissione:
In ambito giuridico, il termine omissione si riferisce all’astensione dall’agire quando vi è l’obbligo giuridico o l’aspettativa legale di compiere un certo atto. L’omissione può configurarsi come illecito sia in ambito civile, ad esempio quando si omette di eseguire un’obbligazione contrattuale, sia in ambito penale, come avviene nel caso di delitti omissivi propri e impropri.
I delitti omissivi propri si verificano quando la norma penale punisce esplicitamente il non fare, stabilendo direttamente un’obbligo di agire. In questo caso, l’omissione è il nucleo stesso del reato. Un classico esempio è l’art. 328 del codice penale italiano che punisce il pubblico ufficiale che omette di compiere un atto del suo ufficio.
Diversamente, ai delitti omissivi impropri si applica il principio di equivalenza tra l’azione e l’omissione delineato dall’art. 40, comma 2, del codice penale. Questi reati nascono quando l’agente omette di impedire un evento dannoso che aveva l’obbligo giuridico di evitare, in base a una specifica norma (come un rapporto di garanzia) o per l’assunzione di una determinata condotta. Pertanto, la responsabilità dell’agente deriva dall’avere, con la sua non azione, contribuito alla realizzazione dell’evento.
In ambito civile, la fault liability si basa sul principio di chi omette di adempiere a un obbligo ha la responsabilità di risarcire il danno arrecato dalla sua non azione. La responsabilità per omissione ha il suo fondamento negli articoli 1218 e seguenti del codice civile italiano riguardanti l’inadempimento delle obbligazioni.
Inoltre, nell’ambito amministrativo, la nozione di omissione è rilevante, ad esempio, quando un ente pubblico non compie gli atti che è tenuto a eseguire entro determinati termini, configurando così una forma di inerzia amministrativa che può pregiudicare i diritti dei cittadini.
Contesto giuridico in cui il termine Omissione può essere utilizzato:
Un esempio concreto di omissione in campo penale è il caso dove un genitore con la piena capacità di agire non intervenne per evitare la caduta accidentale del proprio figlio in piscina, avendo l’obbligo giuridico di vigilanza e protezione. Nonostante la non azione diretta, lui fu ritenuto responsabile per omicidio colposo per omissione, avendo violato l’obbligo di garanzia verso il proprio figlio. In questo caso, la legge prevede che la mancata azione del genitore, all’interno di una situazione di potenziale pericolo prevedibile, si traduce in una colpa omissiva per non aver evitato un evento dannoso evitabile.
Un altro esempio in ambito civile potrebbe essere quello di un amministratore di condominio che omette di eseguire lavori urgenti e necessari sulla facciata dell’edificio, nonostante gli fosse stata conferita l’obbligazione di manutenzione dagli altri condomini. La detritazione della facciata provoca danni a un veicolo parcheggiato. In questa circostanza, l’amministratore potrebbe essere ritenuto responsabile per omissione e quindi tenuto al risarcimento dei danni al proprietario del veicolo in base all’art. 2043 del codice civile che disciplina il risarcimento dei danni derivanti da fatto illecito.
L’analisi delle omissive è dunque fondamentale nel diritto italiano, in quanto permette sia di comprendere la portata degli obblighi legali in vari ambiti del diritto, sia di determinare la responsabilità e le eventuali conseguenze giuridiche derivanti dal mancato adempimento di tali obblighi.