Descrizione del termine giuridico Querela:
La querela in Italia è una dichiarazione formale con cui una persona informa l’autorità giudiziaria di essere stata vittima di un reato perseguibile a querela. A differenza dei reati perseguibili d’ufficio, per i quali il pubblico ministero può procedere automaticamente, per quelli perseguibili a querela è necessario che il soggetto offeso manifesti esplicitamente la volontà di avviare azioni penali contro il reo.
La funzione della querela è quella di tutelare interessi giuridici ritenuti meritevoli di protezione, ma tale protezione è condizionata dallo specifico interesse dimostrato dalla vittima alla repressione del fatto illecito. Molto spesso, questa forma di perseguibilità si applica in ambito di reati che colpiscono beni giuridici di carattere personale, come ad esempio i delitti contro l’onore o la sfera sessuale, i quali potrebbero creare situazioni in cui il soggetto offeso non desidera l’attivazione dell’apparato repressivo dello Stato.
La procedura prevede che la querela debba essere presentata alla polizia giudiziaria o all’autorità giudiziaria entro un termine di tempo stabilito dalla legge, che generalmente è di tre mesi dal giorno in cui la persona offesa ha avuto conoscenza del reato e del reo. La querela può essere ritirata fino a quando non viene emessa una sentenza di primo grado, ma la ritrattazione comporta in alcune circostanze possibili conseguenze penalmente rilevanti.
L’importanza della querela è ulteriormente rafforzata dal principio di opportunità, conforme al quale il pubblico ministero, valutata la querela e le circostanze che la caratterizzano, può decidere di non procedere con l’azione penale, nel caso ritenga che ciò sia conforme agli interessi della giustizia. Questa discrezionalità dell’autorità giudiziaria è un punto di incontro tra l’esigenza di tutela del singolo e le esigenze di politica criminale.
Contesto giuridico in cui il termine Querela può essere utilizzato:
Un esempio di reato perseguibile a querela è la diffamazione. Qui, se una persona ritiene di essere stata ingiustamente diffamata da qualcuno, che attraverso l’attribuzione di un fatto, anche tramite mezzo di stampa, le abbia arrecato un danno alla reputazione, può presentare querela. Questo atto di accusa permette di iniziare le indagini e, eventualmente, portare il presunto diffamatore a processo. Tuttavia, se la persona offesa non presenta querela entro tre mesi dalla conoscenza del fatto, il reato non potrà più essere perseguito, salvo il caso in cui si tratti di diffamazione a mezzo stampa, per la quale il termine è esteso a sei mesi.
Un secondo esempio potrebbe essere il reato di percosse. Se Mario subisce una aggressione fisica da parte del suo vicino Luigi, Mario ha la facoltà di presentare querela nei confronti di Luigi. Presentando la querela, Mario attiva le autorità affinché procedano nei confronti dell’aggressore. Nel caso Mario si riconciliasse con Luigi, potrebbe decidere di ritirare la querela e quindi bloccare l’eventuale procedimento penale, a meno che il pubblico ministero non valuti diversamente l’interesse alla prosecuzione per ragioni di ordine pubblico.
Il ruolo della querela nel panorama giuridico italiano rispecchia la volontà del legislatore di equilibrare i diritti del singolo con le necessità della collettività. Questo strumento giuridico rappresenta una facoltà importante per i cittadini che, rispettando le tempistiche previste, possono invocare la tutela del diritto penalmente garantito coinvolgendo attivamente l’autorità giudiziaria nel perseguimento della giustizia.