GlossarioLegale

Servitù

Cos'è e cosa significa?

Descrizione del termine giuridico Servitù:

In ambito giuridico italiano, il termine “servitù” indica una limitazione imposta sulla proprietà di un immobile (detto fondo servente) a vantaggio di un altro immobile (chiamato fondo dominante), appartenente a un diverso proprietario. Tale limitazione stabilisce che il proprietario del fondo servente deve sopportare alcune utilità a favore del proprietario del fondo dominante. La servitù può riguardare diversi aspetti, come il passaggio su un terreno per raggiungere la strada pubblica, l’uso dell’acqua di un pozzo, o l’appoggio di una struttura muraria.

Questo istituto si basa su di un principio di buona convivenza civile, finalizzato all’equo utilizzo delle proprietà immobiliari. Le servitù possono essere costituite per legge, per volontà delle parti (contratto) o per usucapione, cioè l’esercizio non contestato e continuativo di un’utilità per un lungo periodo di tempo.

Una servitù può essere classificata come “positiva”, quando prevede l’esecuzione di atti che costituiscono un utilizzo o godimento del fondo servente (ad esempio la servitù di passaggio), oppure “negativa”, quando impone la non esecuzione di alcune attività (come l’innalzamento di edifici che impedirebbe la vista).

Le servitù si distinguono anche tra “apparenti” e “non apparenti”. Le servitù apparenti sono quelle riconoscibili attraverso opere esteriori, come le strade o i canali. Al contrario, le servitù non apparenti non hanno segni manifesti di esistenza (esempio, il divieto di edificare su un’area per non togliere luce al vicino).

Ogni servitù istituita viene annotata nel registro immobiliare (catasto), garantendo così trasparenza e pubblicità di tali vincoli reali. Un aspetto fondamentale da menzionare è che la servitù grava sul fondo e non sulla persona. Ciò significa che la servitù persiste anche in caso di vendita del fondo servente o del fondo dominante e si trasmette ai successivi proprietari.

Contesto giuridico in cui il termine Servitù può essere utilizzato:

Un esempio classico di servitù è rappresentato dalla servitù di passaggio. Supponiamo che un fondo, completamente circondato da altre proprietà, non abbia un accesso diretto alla via pubblica. In un tale scenario, la legge italiana prevede la possibilità per il proprietario del fondo isolato di esigere il diritto di passaggio attraverso il fondo limitrofo. Ciò sarà realizzabile mediante l’istituzione di una servitù di passaggio a favore del fondo soffocato, garantendo così accessibilità alla strada.

Il proprietario del fondo servente potrà ricevere un indennizzo per la limitazione subita, la cui entità è determinata in base al danno effettivamente patito a seguito dell’istituzione della servitù. La collocazione del passaggio verrà decisa privilegiando il minor danno per il fondo servente e, nello stesso tempo, il maggior vantaggio per il fondo dominante.

Un altro caso può essere rappresentato dalla servitù di non aedificandi, ovvero di non costruire, che limita la facoltà del proprietario del fondo servente di erigere costruzioni sul proprio terreno che potrebbero pregiudicare gli interessi del proprietario del fondo dominante, come una vista panoramica o l’illuminazione naturale. Anche in questo caso, l’eventuale indennizzo dipenderà dal danno subito dal proprietario del fondo servente.

Questo istituto giuridico gioca un ruolo cruciale nella gestione del territorio e nella regolamentazione dei rapporti di vicinato, permettendo di conciliare interessi contrapposti e di promuovere una convivenza armonica tra proprietari. Le servitù rappresentano quindi un punto cardine del diritto immobiliare italiano e risultano essenziali nello sviluppo equilibrato e sostenibile delle aree territoriali.

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