Descrizione del termine giuridico Stalking:
Nel diritto italiano, il termine “stalking”, traducibile in italiano con il termine “atti persecutori”, si riferisce a un insieme di comportamenti molesti e intimidatori che una persona, lo stalker, attua ripetutamente nei confronti di una vittima, causando un persistente stato di ansia o paura, o costringendo la vittima a modificare le proprie abitudini di vita. Il fenomeno dello stalking è stato introdotto nell’ordinamento giuridico italiano con la Legge 38/2009, che ha inserito l’articolo 612-bis nel codice penale.
Secondo l’articolo 612-bis, per configurarsi come delitto, gli atti persecutori devono essere ripetuti nel tempo e devono includere minacce o molestie tanto da generare un fondato timore per la sicurezza propria o di un prossimo congiunto, o da costringere la vittima a modificare le proprie abitudini di vita. Il termine è ampio e include una varietà di azioni quali telefonate ossessive, invio reiterato di messaggi, pedinamenti, atti vandalici, e persino il diffondere informazioni personali della vittima senza consenso, al fine di procurare un danno o esercitare una forma di controllo psicologico.
L’applicazione della legge richiede che vi sia un nesso causale tra il comportamento dell’aggressore e lo stato di ansia o la modificazione delle abitudini di vita della vittima. Non è necessario che l’aggressore abbia in passato una relazione affettiva con la vittima, bensì che ci sia la volontà di perseguire la persona con una serie di atti che possono essere dimostrati come intimidatori o persecutori.
Le pene previste per chi viene riconosciuto colpevole di stalking includono la reclusione fino a 4 anni. Tuttavia, la pena può essere aumentata se il reato viene commesso con metodi e mezzi idonei a mettere in pericolo la vita o l’incolumità fisica della vittima, o se il fatto è commesso dall’ex partner in una relazione affettiva.
Contesto giuridico in cui il termine Stalking può essere utilizzato:
Un esempio di comportamento che può essere qualificato come stalking si verifica nel caso di una donna che, dopo aver troncato un rapporto amoroso, inizia a ricevere continue visite inappropriati dal suo ex-partner. L’uomo aspetta la donna fuori dal suo posto di lavoro, la segue fino a casa e lascia messaggi nella cassetta delle lettere con toni minacciosi o suppliche per essere riammesso nella sua vita. La donna, percependo una minaccia per la propria sicurezza, cambia il suo itinerario usuali per evitare il confronto e vive in uno stato di costante allerta. In questo scenario, l’azione dell’uomo potrebbe essere perseguita ai sensi dell’articolo 612-bis del codice penale, qualificandosi come stalking.
Un altro esempio potrebbe essere quello di un datore di lavoro che inizia a inviare messaggi inappropriati a una dipendente al di fuori dell’orario di lavoro, nonostante lei abbia espresso chiaramente il suo disinteresse. Se il comportamento persiste e si intensifica al punto che la dipendente inizia a temere di andare al lavoro, o addirittura decide di cambiare il suo numero di telefono o di cercare un nuovo impiego, questa sequenza di eventi potrebbe anch’essa ricadere sotto la definizione di stalking.
Riconoscere ed affrontare i casi di stalking è di vitale importanza nell’ordinamento giudiziario italiano per garantire la protezione della libertà personale e dell’incolumità psicofisica dei cittadini, sostenendo i principi di sicurezza e di inviolabilità della vita privata riconosciuti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali sui diritti umani.